“No, allora non vengo. Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. voi mi fate: “Michele vieni di là con noi, dai”, e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo. Eh no, sì”. Era l’8 marzo 1978 ed Ecce Bombo entrò di diritto nella storia del cinema, anche grazie ai suoi dialoghi spiazzanti che determinarono il talento di Nanni Moretti.
Esattamente nello stesso anno in cui spopolava il “mi si nota di più se vengo o me ne sto in disparte?”, pochi mesi dopo, la più grande cantante italiana di sempre, Mina Anna Maria Mazzini, in arte Mina, a distanza di 20 anni dal suo esordio alla Bussola di Marina di Pietrasanta, sembra non avere gli stessi dubbi: scomparirà dalle scene e dalla ribalta televisiva esibendosi per l’ultima volta dal vivo in Versilia con 13 canzoni e 2 medley che diventeranno un clamoroso doppio album cult “Mina Live”. Era l’agosto del 1978.
Da allora Mina proseguirà – lontana dal palco e dalle telecamere – nella sua straordinaria carriera confermandosi la più famosa cantante pop italiana di tutti i tempi con oltre 150 milioni di dischi in tutto il mondo e interpretando più di 1500 brani.
Da circa trent’anni è a Lugano (doppia cittadinanza svizzera e italiana) protetta dal più rigoroso riserbo sulla sua vita privata e sulla sua immagine, tranne per la sua inconfondibile voce, uno strumento caldo e personalissimo, di grandissima estensione e duttilità, che ogni anno si materializza in un album cult spesso al top delle vendite.
Oggi, una intervista del figlio Massimiliano Pani a Il Messaggero, complice un accativante titolo “Mina a Sanremo? Se la Rai chiama…”, lascia intravedere un suo impegno diretto nella organizzazione del prossimo Festival della canzone italiana e, forse, anche un suo ritorno alla ribalta pubblica anche se non da cantante. Direttore artistico a Sanremo. “Con le dovute garanzie credo che accetterebbe” precisa il figlio che di Mina è anche autore e producer. Se fosse vero, o anche soltanto verosimile, sarebbe davvero una gran notizia. Ma probabilmente tutto ciò non avverrà. Non tanto per la tormentata storia artistica di Mina a Sanremo (due sole presenze, nessun piazzamento nei primi tre posti, molte polemiche per la sua ultima presenza festivaliera del 1961 con Le mille bolle blu – troppo avanti per il tradizionale pubblico del Festival che non capì quelle dita che scivolavano sulle labbra al ritornello – con tanto di crisi di pianto e dichiarazioni di non voler più partecipare a gare canore) o per il voluto isolamento dell’artista in una sfera privata finora invalicabile. La questione, prima ancora che psicologica o di privacy, è tecnica.
La direzione artistica del Festival di Sanremo è una delle cariche “pubbliche” di maggiore evidenza nel nostro Paese. Supera di gran lunga la notorietà di quasi tutti i ministri del governo ed è anche più esposta rispetto al ruolo di allenatore della Nazionale italiana di calcio. La manifestazione canora ha un ascolto medio di 13 milioni di spettatori, raggiunge punte di oltre 20 milioni, ha una presenza su quotidiani, periodici e web che per durata e quantità è imparagonabile a qualsiasi altro evento nazionale anche sportivo. E’ il luogo più frequentato nel mondo dei media e dei suoi fruitori.
Pochi sanno che cosa faccia realmente il Direttore Artistico del Festival. L’elenco delle attività ricorda molto da vicino l’impegno per la scalata dell’Himalaya.
In collaborazione (nel caso di Baglioni è stata puramente formale) con Rai1 decide: il numero e la durata delle canzoni in gara sia per i big che per i giovani; il meccanismo di gara ed il consegumente regolamento; la scelta delle canzoni e dei cantanti ammessi alla gara sulla base di una durissima selezione che parte dall’ascolto di 100/200 brani ogni edizione per i big e oltre 600 per i giovani; le relazioni con le case discografiche per convincerle a mettere in gioco cantanti famosi, spesso riluttanti, delle rispettive scuderie; l’individuazione degli ospiti nazionali ed internazionali. E – decisione fondamentale per il successo del Festival – la scelta del conduttore o del team di conduttori che presenteranno il Festival, insieme al taglio artistico e di spettacolo da individuare per l’evento. Tutto questo insieme a Rai ovviamente, ma con una funzione indispensabile di decisionismo.
Ovviamente saranno a carico del Direttore Artistico tutte le polemiche che solitamente di abbattono sulla manifestazione (avviene sempre e comunque perchè la presenza di oltre 1.500 giornalisti comprende inevitabilmente la dote di un certo scandalismo e moralismo d’antan) e la necessaria attitudine a rispondere nella maniera più appropriata, diretta e convincente, al fumo delle controversie, delle provocazioni, delle dispute spesso animose, anche sul proprio compenso.
Allora “vengo o non vengo” al Festival di Sanremo? Tutto lascia pensare che la grande Mina, ammesso che ci abbia mai pensato, replicherà quello che fece 41 anni fa, nel lontano 1978 e resterà lontano dal palco e dagli schermi.
La sua risposta ad una eventuale chiamata di Sanremo non potrà che essere quella di Michele/Nanni Moretti in Ecce Bombo: “andate, andate, vi raggiungo dopo”.
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